lunedì 22 settembre 2008

L'inquilino del terzo piano (1976)

un film di Roman Polanski
con Isabelle Adjani, Melvyn Douglas, Bernard Fresson, Roman Polanski


questo film mi ha ricordato in qualche modo non so come
la parte più nera del periodo universitario

forse per il senso di paranoia anni settanta
che trasuda dall'immagine sgranata

un gran bel film
se volete un film visionario non visionarista

un superbo chapliniano polanski

diverso da rosemary ma per certi versi affine:
ancora più cupo
ancora più frixiano

lunedì 8 settembre 2008

Caro diario (1993)

un film di Nanni Moretti
con Nanni Moretti, Silvia Nono, Renato Carpentieri, Antonio Neiwiller


quando scrissi terzo capitolo dell'attività balneare
ero seduto sulla tazza del cesso
probabilmente alle 6 di mattina
col cervello bevuto
di ritorno da un'inconcludente serata con i cosiddetti amici

e lì che capii per la prima volta
quanto produttivo poteva essere
scrivere durante l'eruzione dei flussi di associazioni di idee

in piscina si allenano i ragazzi della scuola:
vengo colto da una strana voglia di ritorno al fascismo
come antidoto alla noia e al torpore quotidiano

torno a casa e mi sento un figo
con la sigaretta in mano

reduce da un attacco di fame chimica
quietato a colpi di ketchup mortadella e pane in cassetta
mentre sole al limone grassa i piatti nel doppio lavello
ricordo moretti che si sveglia di notte
per sapere se il suo film va bene al botteghino

spesso i miti che ruotano intorno al cinema
ce li immaginiamo diversi da quello che sono in realtà

così io immagino i registi dei film dietro le quinte
come fascisti nella loro rigidità e nella loro scortesia verso il prossimo:
realizzo come tutti i valori che i registi
più morali sbandierano nei loro film
vengano puntalmente sconfessati dalla realtà del loro operare
e penso che moretti (in quanto mio mito idealizzato)
sia uno di questi
ma non ho prove per suffragare l'immagine di un mero pensamento

c'è una cosa che mi ha alquanto artisticamente destabilizzato:
incontrare un conoscente
che dopo aver accompagnato sua figlia a vedere kung fu panda
ha detto
"se fosse per me gli attori morirebbero tutti di fame"

mercoledì 3 settembre 2008

Deliverance (1972)

Directed by John Boorman. With Jon Voight, Burt Reynolds, Ned Beatty

Ho ripreso a nuotare con una certa regolarità

Sempre più di frequente mi capita di riflettere sul detto
troppo sport fa male

Per me invece troppo sport ci allontana dall'idea stessa di sport

Nella mia scuola
vent'anni fa
essere sportivo significava non tanto raggiungere un equilibrio fisico e mentale
interiore ed esteriore
ma essere competitivi
ad ogni costo

Mentre l'acqua della piscina scorre fluida tra un dorso e una rana
rifletto sul personaggio interpretato da Burt Reynolds
nel monumentale Deliverance (Un tranquillo week end di paura)

Reynolds è una sorta di superuomo/supersportivo apparentemente integrato con la natura

Solo nel tragico finale Boorman ce lo mostra invece come un essere innaturale
non solo nel suo totale rifiuto delle regole dettate dalla moderna civiltà
ma nell'eccessiva spropositata tensione al superamento di limiti che la natura stessa ci pone

martedì 22 luglio 2008

Buffalo '66 (1998)

un film di Vincent Gallo
con Ben Gazzara, Christina Ricci, Vincent Gallo, Anjelica Huston


anche all'ombra del letto
il primo sole dell'estate
continua a bruciare
sulla fronte
sulle spalle
sul collo dei piedi coperti di crema

in pineta
a pineto
le formiche c'hanno preso d'assalto
costringendoci al lavagro purificatore dell'adriatico

stasera e ancora stamattina
le dita sanno d'aglio spiaccicato al pane

ad ogni nuova parola ignota
pronunciata dal più comune degli individui
il senso del mio ignorare aumenta progressivamente
e a volte mi sento una mmerda

si parla troppo di tumori ultimamente:
mi raccontano vicende che rafforzano in me
progressive percezioni di inutilità dell'esistenza

e la routine lavorativa è sempre + schiacciante

buffalo 66 è il film giusto per l'occasione
e crea il giusto coinvolgimento
la dovuta empatia tra noi e la vicenda narrata

tra i tanti fattori che pongono questa pellicola decisamente in linea con quello che io reputo cinema di qualità
ce n'è uno che contraddistingue in positivo
buffalo 66:
dopo tanta inutile routinaria violenza
è bello assistere ad una storia che relega soltanto ad una sequenza terminale
(una sorta di grado zero del pulp)
un frammento onirico ipotetico di violenza
all'interno di una sequenza
sbalorditiva per capacità visionaria
magistralmente coadiuvata da un'appropriata sonorizzazione

venerdì 18 luglio 2008

Rumble Fish aka Rusty il selvaggio (1983)

Regia, Francis Ford Coppola.
Cast: Matt Dillon, Mickey Rourke, Diane Lane.


il pesce color biancorossosporco nella vaschetta trasparente sembrava morto

apro il rubinetto
prendo la vaschetta e la metto sotto l'acqua

il pesce riprende conoscenza
e comincia a spostarsi agilmente nell'acqua

...su e giù....su e siù.....

il pesce muta forma:
adesso è trasparente
e in trasparenza una delle cavità oculari appare tragicamente vuota

sul fondo della vaschetta giacciono un filamento organico ed un occhio

un'immagine orrenda degna dei più suggestivi racconti di poe

un torbido senso di colpa mi assale:
forse il gettito d'acqua è stato troppo energico, penso

il pesce continua a nuotare dirigendosi verso il filamento e
(come il filo che entra nella cruna dell'ago)
riesce con un movimento calibrato a infilare il filamento nella cavità

con un ulteriore pressione del corpo verso il fondo della vaschetta introduce pure l'occhio nella cavità

adesso il pesce ha una forma sottile e lunare

la parete trasparente della vaschetta
riflette come una lente le dimensioni abnormi dell'occhio
che tenta di rimettere in sesto la propria regolare funzionalità
con movimenti sconnessi di un'improbabile palpebra umana

da bambino feci morire un pesce in una sfera di vetro per troppa bontà:
riempii l'acqua di molliche di pane che si depositarono in superficie

sarà questo il nesso eziologico col sogno dell'ultima fresca notte di mezz'estate
o piuttosto una strana sensazione
conseguente all'ennesima visione del film di Coppola stavolta in lingua originale?

l'eleganza delle immagini provoca una forma di godimento
mista ad uno stato di asciutta e inspiegabile perplessità

lo spirito di Rusty James che libra nell'aria

la carrellata di negri cocainomani prostitute giocatori di biliardo
immersi in una catartica danza funky
e l'espressione verissima assorta di Motorcycle Man seduto nella bolgia

la voce incredibilmente delicata di Mickey Rourke e quella incredibilmente rude di Matt Dillon

il bianco e nero stilisticamente funziona alla grande
ma onestamente mi sfugge qualcosa:
dare allo spettatore la prospettiva di Motorcycle Man (il b/n appunto) ha un senso preciso nell'economia narrativa oppure è frutto della mera volontà di omaggiare Welles e l'espressionismo tedesco?

giovedì 17 luglio 2008

La fabbrica di cioccolato (2005)

un film di Tim Burton
con Johnny Depp, Freddie Highmore, Helena Bonham Carter, David Kelly


con questo film abbiamo un ulteriore conferma
della grandezza espressiva di questo poderoso cineasta contemporaneo

quando l'effetto speciale e la grande produzione
vengono funzionalizzati piegati
all'espressione più genuina ed autentica
di una fantasia priva di ammiccamenti ma densa di feroce e ironica critica sociale
abbiamo un ancestrale esempio di cinema popolare

Da edward a mars attack fino ad arrivare alla fabbrica di cioccolato,
Burton sottolinea con puntuale rigore estetico il valore sociale della diversità e il disagio del vivere questa diversità in un mondo omologato e inquinato

martedì 15 luglio 2008

Accattone (1961)

un film di Pier Paolo Pasolini
con Franco Citti, Franca Pasut, Adriana Asti, Silvana Corsini


le nuove generazioni
che vanno avanti a pane e playstation
sempre + annoiate insoddisfatte globalizzate
dovrebbero per legge essere coartate
alla visione di questo film

seppur con imprecisioni nel montaggio
che spesso accentua evidenti limiti
indotti dall'utilizzazione (voluta, teorizzata) di attori non-professionisti
poche pellicole come questa
riescono a proiettarci nel durissimo dopoguerra dei nostri padri
mostrando come il cinema
per intrattenere
non necessariamente deve costituire
un superamento della realtà

rubare per mangiare
prostituirsi per sopravvivere
rompersi la schiena per poche lire
fomentare una rissa per spartirsi un piatto di pasta in due anzichè in cinque

quella di Accattone
è una figura ambigua misera
e allo stesso tempo superba nel suo spessore umano

altrettanto intensa nella sua purezza
la visione di Stella
una splendida Franca Pasut
per il cui amore Accattone tenterà invano di redimersi:
raramente un corpo cinematografico
è riuscito ad esprimere tanta naturalezza

lunedì 14 luglio 2008

Funny Games (1997)

un film di Michael Haneke
con Susanne Lothar, Arno Frisch, Frank Giering, Ulrich Mühe


il film attraverso un'interazione tra noi spettatori e il killer
tenta di stravolgere la tradizionale prospettiva dello slasher movie

il killer si rivolge allo spettatore
gli pone delle domande

lo spettatore deve sentirsi complice e vittima della violenza inferta ai protagonisti

se il film fosse drenato da queste pretese
pedagogiche probabilmente vi parlerei
di un buon film di genere
dal sapore vagamente retro'
con un discreto grado di tensione
un elevato e sconcertante grado di violenza indotta
(non vi dico quali inenarrabili sofferenze vi verrebbe voglia di infliggere ai 2 balordi)
una colonna sonora particolarmente efficace (John Zorn)
e una azzeccata scelta del cast

e invece mi trovo a parlare di un film
che mi lascia addosso una curiosa
inspiegabile incertezza

qualcosa di irrisolto di incoerente
non so dirvi esattamente cosa

mercoledì 9 luglio 2008

Spun (2002)

un film di Jonas Akerlund
con Jason Schwartzman, Mickey Rourke, Brittany Murphy, John Leguizamo


15 minuti
solo 15 minuti bastano per capire

inutili primi piani di corpi in movimento

siamo soltanto in 2:
immediatamente ci chiediamo
quale funzionalità assumano
in una storia di tossici metanfetaminici
3 o 4 angolazioni per farci vedere una serratura che gira?

la volgarità e la stupidità reazionaria
di mtv fanno capolino
in questo vuoto pieno di piatta idiozia
(finalmente la parola volgare ha un senso)

inutilmente disgustoso

preoccupante

il senso del fare cinema si sgretola
come il ghiacciaio Perito Moreno nella patagonia argentina

e c'è ancora chi si domanda
chi abbia ucciso Federica a Lloret De Mar...

lunedì 7 luglio 2008

The Zodiac (2005)

Regia: Alexander Bulkley.
Cast: Justin Chambers, Robin Tunney, Rory Culkin.


da quando ho acquistato un panasonic 37 pollici al plasma
il mio salotto è diventato una sala cinematografica (i puristi mi malediranno..)

questi giorni il caldo è opprimente
il senso di spossatezza avanza
si propaga in ogni parte del corpo

pierpaolo mi consiglia di integrare l'alimentazione col magnesio

dormo 7 ore a notte
poca attività fisica:
dovrei fare come travis in taxi driver
mettere il braccio sulla fiamma del gas
tendere tutti i muscoli del corpo

perchè il sottomento avanza
e l'addome pure

40 ore di lavoro a settimana sotto un gettito costante di aria condizionata e un'escursione termica di almeno 10 gradi

meno male che ci sono le montagne:
così troviamo rifugio nella fresca ombra del bosco
in mezzo alle mucche ummagamma
e agli insetti molesti:
un altro cinema è qui che ci aspetta...nei colori del bosco

nelle orecchie
dr strangeluv dei blonde redhead
burn dont freeze delle sleather kinney

la sera di ritorno a casa
cena con bruschetta aglio olio e pomodoro ciliegino cotta al tostapane

al videonoleggio manca rosemary baby
ripiego su un titolo letto non ricordo dove:
ZODIAC

il doppiaggio è odioso
sa di film per la tv
neppure in lingua originale con sottotitoli il film funziona

tutto scorre con grande insofferenza
sfiancandomi al punto da non avere nemmeno la forza di riconsegnare la copia al videonoleggio

mercoledì 2 luglio 2008

Hitch-Hike (Autostop rosso sangue) (1977)

un film di Pasquale Festa Campanile, con Franco Nero, Corinne Clery, David Hess, John Loffredo, Carlo Puri.

road-movie durissimo
vero pulp ante-litteram
autentica perla in celluloide da riscoprire

un film talmente spietato da non lasciare speranze:
qui non vedrete vittime innocenti ma solo colpevoli

alcool sesso violenza sete di denaro
da apparente pretesto di intrattenimento diventano i motori dell'azione umana
in una visione cinica inquietante dell'esistenza

un film ciclico: la vittima diventa il carnefice e il finale sembra essere un nuovo inizio

micidiale sonorizzazione affidata ad uno psicotico Morricone

ambientato in California ma interamente girato in Abruzzo nei nostri "canyons"
con attori in splendida forma

ecco cosa ci si aspettava da Tarantino nel suo GrindHouse!

martedì 1 luglio 2008

Tutti i colori del buio (1972)

un film di Sergio Martino con George Hilton, Edwige Fenech, Marina Malfatti, Ivan Rassimov.

lunedì 23 giugno 2008

Carlito's Way (1993)

un film di Brian De Palma con Sean Penn, Al Pacino, Penelope Ann Miller, Viggo Mortensen

la struggente rappresentazione
dell'ineluttabilità del destino

impossibile annullare sopprimere un istintivo moto di commozione

impossibile non sentirsi direttamente coinvolti nell'agonia di Charlie

quel tramonto da cartolina che improvvisamente si anima (escape to paradise) è l'immagine più emblematica della distanza tra l'uomo e i suoi sogni
capace di perforarti il cuore
stamparsi nel cervello
e farti sentire tutto il peso della fragilità della precarietà della condizione umana

venerdì 20 giugno 2008

Little Miss Sunshine (2006)


un film di Jonathan Dayton, Valerie Faris con Greg Kinnear, Toni Collette, Steve Carell, Paul Dano

nella scena chiave del ballo oltraggioso, il film sa di 'americanata al contrario' o se volete di 'retorica alternativa'
il resto però funziona benissimo
Little Miss Sunshine avrebbe potuto tranquillamente intitolarsi We are the losers:
la vita dei suoi personaggi si alimenta costantemente dell'ansia di vittoria tipicamente americana
nelle parole del fratello dell'aspirante piccola miss California, la nostra vita è piena di concorsi 'di bellezza'
il tutto viene sapientemente condito con trovate ad effetto: il furgoncino giallo 'a spinta', il nonno che sniffa eroina, il gay esperto di Proust
un prodotto dignitoso e spassoso

giovedì 19 giugno 2008

Babel (2006)

un film di Alejandro Gonzalez Inarritu con Brad Pitt, Cate Blanchett, Gael García Bernal, Kôji Yakusho.

Tutto l'impianto narrativo di Babel ruota intorno ad un unico evento: un colpo di fucile
4 storie apparentemente indipendenti legate da un gesto folle sconsiderato infantile
4 distinte locations: Stati Uniti, Messico, Marocco e Giappone
Interessante anche visivamente la contrapposizione tra modernità e tradizione
Le capacità del regista sono indiscutibili soprattutto l'invenzione di un Brad Pitt incredibilmente credibile in un ruolo drammatico
Piano sequenza finale da brivido

lunedì 31 marzo 2008

La ragazza del lago


Anno: 2006
Regia: Andrea Molaioli
Cast: Toni Servillo, Nello Mascia, Marco Baliani, Giulia Michelini


Un film certo elegante e sobrio nello stile che tuttavia ho vissuto con attenzione mista a distacco, complice probabilmente la presenza di un attore che personalmente trovo insostenibile: Toni Servillo.
Forse lo potrei collocare nella mia playlist degli attori più antipatici dell'ultimo decennio.
2 cose negative che accomunano questo film e Le conseguenze dell'amore di Sorrentino:
a) Toni Servillo, appunto;
b) la cifra stilistica: troppo attenta alla forma, con inquadrature troppo costruite e soluzioni pur interessanti sotto l'aspetto fotografico, che tuttavia impediscono di stabilire una compartecipazione piena dello spettatore nella vicenda.
Il resto, tuttavia, lascia ben sperare nelle future prove dell'autore.

martedì 18 marzo 2008

Detto Mariano

La vita è strana. Ci sono personaggi che diventano famosi per una canzone e ci sono veri e propri artisti della canzone popolare, il cui nome resta per lo più sconosciuto alla massa, pur avendo al loro attivo una produzione enciclopedica di canzoni che rimarranno serbate in eterno nel nostro immaginario.
Su questo link http://www.dettomariano.it/composizioni.htm vengono riportati nel dettaglio film e sigle tv composte dal grande immenso Detto Mariano.

RATATAPLAN 1979 Regia: Maurizio Nichetti (Premio Qualità)

DELITTO AL RISTORANTE CINESE 1981 Regia: Bruno Corbucci

LA CASA STREGATA 1982 Regia: Bruno Corbucci

SABATO, DOMENICA E VENERDI’ 1979 Regia: Castellano e Pipolo / S. Martino / P.F.Campanile

IL BISBETICO DOMATO 1980 Regia: Castellano e Pipolo

MIA MOGLIE E' UNA STREGA 1980 Regia: Castellano e Pipolo

ASSO 1981 Regia: Castellano e Pipolo

AL BAR DELLO SPORT 1983 Regia: Francesco Massaro

CORNETTI ALLA CREMA 1981 Regia: Sergio Martino

SPAGHETTI A MEZZANOTTE 1981 Regia: Sergio Martino

ACAPULCO, PRIMA SPIAGGIA... A SINISTRA 1983 Regia: Sergio Martino

AMORE TOSSICO 1983 Regia: Claudio Caligari

DRIVE IN 1983 Regia.Giancarlo Nicotra Canale5 20 punt.

GUNDAM (1979)

JUDO BOY (1979)

I ADORE YOU (1981) per il film "La Casa Stregata"

BEATO TE CONTADINO (1985) per i titoli di testa del film "Il Ragazzo di Campagna"

LA PIGIATURA (1980) per il film "Il Bisbetico Domato"

mercoledì 12 marzo 2008

Blue Velvet

USA 1986
Durata: 120'
Regia: David Lynch
Cast: Kyle MacLachlan, Isabella Rossellini, Dennis Hopper, Laura Dern.


I'll be happy in my dreams
Only in dreams
in beautiful dreams.


Velluto Blu è una delle più splendide rappresentazioni del tema dei sogni infranti.
Preso da ogni sua angolazione contiene a mio modo di vedere questa chiave interpretativa.
Il pettirosso non è più un messaggero di pace, come nel sogno di Sandy, ma un naturale divoratore d'insetti.
Il banale e superficiale mondo americano dipinto alla stregua di una situation-comedy diventa un mondo di estrema assurda ma soprattutto complice violenza e ingiustizia: il "buon" Jeffrey che schiaffeggia Dorothy (che a sua volta gode masochisticamente) è la rappresentazione del male che è parte integrante dell'uomo. Il bravo ragazzo americano è un voyeur che si introduce clandestinamente nell'abitazione di Dorothy. Nel male convivono il tradimento e il godimento. Jeffrey col pretesto di giocare a fare l'investigatore, in realtà si lascia trascinare dal fascino perverso di Dorothy, illudendo così Sandy: quest'ultima a sua volta tradisce il suo ex con Jeffrey. Lynch costruisce una catena di tradimenti che porta al male assoluto quello di Frank, dove non c'è spazio per freni e inibizioni di alcun genere.
Allo stesso modo, in chiusura, lo sguardo di Dorothy che, riabbraccia finalmente il figlio ormai libera dalla schiavitù di Frank, passa gradualmente dalla gioia ad un'inspiegabile angoscia.
Quando Sandy piange dinanzi ad una Dorothy sconvolta che rivela il suo amore per Jeffrey, frixo ride impulsivamente e allo stesso modo quando Frank massacra Jeffrey e la prostituta balla sul tetto della macchina.
L'uomo è una creatura così fragile da avere un'irreprimibile esigenza di vivere nel sogno e questo trovo sia in fondo il senso stesso del fare cinema.
Fondamentale.

giovedì 6 marzo 2008

Bubble

di Steven Soderbergh
con Debbie Doebereiner, Dustin James Ashley, Misty Dawn Wilkins, Omar Cowan

Anno 2005

Una lieta sorpresa è stata questo piccolo gioiello di Steven Soderbergh. Basterebbe un film-culto come Traffic a sancirne la grandezza, eppure noto qua e là una certa disaffezione per i trascorsi del regista: anche in questo caso, massimo rispetto per i gusti altrui.
Il film è di breve durata, non tanto per una impostazione generale e sistematica del plot, quanto per una fine di quelle che non te l'aspetti (temporalmente parlando): repentina fulminea come il raptus della sventurata protagonista.
I 3 protagonisti hanno il fascino della cruda vera marginale provincia americana.
Inquietante singolare lo sguardo del protagonista maschile, Dustin James Ashley, che poi di fatto si rivela la figura più mite, in base ad un capovolgimento di prospettive che credo rappresenti l'asse portante del film.

martedì 4 marzo 2008

Control: The Life Of Ian Curtis


Non voglio tediarvi con un altra recensione: la rete è piena di commenti su questo film di Anton Corbijn. Dico soltanto che, pur non essendo un grande fan dei Joy Division, questo film sulla storia del loro cantante Ian Curtis mi ha fatto venir voglia di riascoltare Substance, la loro raccolta ufficiale.
Non so se esiste una versione del film con audio italiano, avendo a disposizione una copia con traccia in inglese e sottotitoli in italiano: poco male, visto che ultimamente sto cercando di migliorare il mio inglese scolastico imparato con le canzoni e i film anglo-americani e visto che alcuni di questi (non tutti...) rendono meglio in lingua originale.
Scusate la superficialità, ho visto solo un'ora di questo film, mi è bastata per capire che è un film con tutti gli attributi che vi consiglio senza remore.

venerdì 22 febbraio 2008

Trainspotting


Paese: Gran Bretagna
Anno: 1996
Regia: Danny Boyle

Scegliete la vita, scegliete un lavoro, scegliete una carriera, scegliete la famiglia, scegliete un maxitelevisore del cazzo, scegliete lavatrice, macchine, lettori cd e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita, scegliete un mutuo a interessi fissi, scegliete una prima casa, scegliete gli amici, scegliete una moda casual e le valigie in tinta, scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cazzo, scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina, scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi, scegliete un futuro, scegliete la vita. Ma perché dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la vita, ho scelto qualcos'altro, le ragioni? Non ci sono ragioni, chi ha bisogno di ragioni quando ha l'eroina?
(Mark Renton)

Indiscutibilmente e semplicemente uno dei film più belli degli anni novanta.
Solo rivedendolo mi sono reso conto di quanto quest'opera rasenta la perfezione sotto ogni punto di vista ma soprattutto quanto sia inevitabile un riferimento diretto a quello che frixo reputa il film più sconvolgente e rivoluzionario di tutti i tempi: Arancia Meccanica.
A mio parere i film (come tutte le opere d'arte in genere) vanno visti e rivisti, più e più volte. Finora avevo considerato Trainspotting soltanto un buon film. Adesso mi rendo conto che è un'opera fondamentale e imprescindibile.

giovedì 21 febbraio 2008

Linda Lee - There's no matter


Nella lista delle background music che mi hanno fatto più ammattire in assoluto collocherei senz'altro questo splendido brano dance cantato da Linda Lee dal titolo There's no matter.
Famosa per il singolo Annie Belle, nel 1978 firma un contratto con la Cinevox Record di Roma diretta dal Maestro Cesare Andrea Bixio.
Il brano There's no matter è il b-side di un 45 giri intitolato Love was the magic.
Non è stato facile capire quale artista si nascondesse dietro quel sottofondo dance presente in vari film usciti tra gli anni 70 e gli 80.
Quel brano veniva utilizzato nel film Ecco Noi Per Esempio con Celentano e Pozzetto, oppure trasmesso alla radio in una scena di Zombi 2 di Lucio Fulci, ma soprattutto inserito in una sequenza di culto del cultissimo Vieni Avanti Cretino con Lino Banfi per la regia di Luciano Salce.

mercoledì 13 febbraio 2008

La banda del gobbo

Paese: Italia
Anno: 1977
Durata: 98'
Regia: Umberto Lenzi
Sceneggiatura: Umberto Lenzi
Cast:
Tomas Milian: Vincenzo Marazzi detto il Gobbo/Er Monnezza
Pino Colizzi: Commissario Sarti
Isa Danieli: Maria Sal Borgese:
Milo Dragovic, detto l'Albanese
Luciano Catenacci: Perrone
Guido Leontini: Mario Di Gennaro, detto Er Sogliola

Qualche giorno fa io ed èlia ce ne stavamo sbracati sul divano. La scelta di un buon film, delegata quasi sempre al sottoscritto, diventa ogni giorno sempre più difficile: allora spesso si decide di ripiegare nella riproposizione dei classici.
Nella filmografia ideale del grande attore cubano non può assolutamente mancare La banda del gobbo. Quello che colpisce maggiormente di Tomas Milian, oltre alle poderose capacità mimiche, è senz'altro la caratterizzazione del personaggio, quel "gobbo proletario" utilizzato anche in Roma a mano armata, altro cultissimo sempre per la regia di Umberto Lenzi.
In effetti non può trascurarsi questo comune denominatore politico-sociale che lega alcune tra le più significative prove di Milian: Giulio Sacchi in Milano Odia il cui piano criminoso nasce da precise considerazioni sociali, il Monnezza de La banda del trucido con le sue disquisizioni filosofiche sulla sorte del coniglio ("nun da retta, li prati so de tutti!") o appunto Vincenzo Marazzi, il gobbo romano.
L'intero film è permeato da una contrapposizione sociale netta tra ricchezza e miseria.
Curioso in questa prospettiva analizzare in tutti questi film l'assoluta credibilità quasi pasoliniana delle locations utilizzate all'uopo.

martedì 5 febbraio 2008

Eternal Sunshine of the Spotless Mind (Se mi lasci ti cancello)

Titolo originale:
Paese: USA
Anno: 2004
Durata: 108'
Colore: colore
Regia: Michel Gondry
Soggetto: Charlie Kaufman, Michel Gondry, Pierre Bismuth
Cast: Jim Carrey, Kate Winslet, Tom Wilkinson.


dovrei forse sentirmi ignorante a parlar male di questo film?
di certo proverò a rivederlo
so solo che dopo 10 minuti
m'ha invaso un misto di torpore incomprensione fatica e intolleranza:
troppo curato moderno calcolato cervellotico...

giovedì 31 gennaio 2008

Caruso Pascoski - Di padre polacco


Italia - Anno: 1988
Durata: 1h:40'
Regia: Francesco Nuti
Cast: Francesco Nuti, Ricky Tognazzi, Clarissa Burt.


Sono passati vent'anni da quando il genio comico di Francesco Nuti diede alla luce il suo capolavoro.
Rivedendo un film come Caruso Pascoski nasce automatica una riflessione sul deprimente stato della commedia italiana.
Un tempo esistevano tanti comici, ciascuno dotato di una distinta personalità e caratteristiche marcate.
Comici che riuscivano a portare su grande schermo e divulgare al pubblico le proprie credenziali artistiche.
Lo spettatore medio aveva uno spettro di possibilità amplissimo: era talmente di prassi l'uscita di un film comico di qualità che il pensiero comune non dava al fenomeno il giusto peso sociale culturale.
Da quanto ne so allo stato attuale non esiste una versione di Caruso Pascoski in Dvd, cosa che trovo assolutamente scandalosa, considerando l'immane quantità di cagate che vengono oggi riproposte in digitale.
Certo Caruso non rappresenta un episodio isolato nella corposa filmografia di Nuti fatta di titoli di assoluto valore come Tutta colpa del paradiso, Willy Signori, Io chiara e lo scuro.
Stupefacente la credibilità di Tognazzi nel ruolo del gay.
Troppe e inenarrabili le scene di culto: la più esilarante o forse la più memorabile mi sembrava tuttavia quella delle sedute psicanalitiche, anche per l'intuizione di utilizzare in chiave demenziale You're the first di Barry White.

venerdì 25 gennaio 2008

Sette Note In Nero




di Lucio Fulci (1977)
Paese: Italia
Anno: 1977
Durata: 95'
Soggetto: Lucio Fulci, Roberto Gianviti, Dardano Sacchetti (dal romanzo "Terapia mortale", di Vieri Razzini)
Sceneggiatura: Lucio Fulci, Roberto Gianviti, Dardano Sacchetti
Cast: Jennifer O'Neill, Gianni Garko, Gabriele Ferzetti, Marc Porel,Evelyn Stewart, Jenny Tamburi.

Sette note in nero
è senz'altro una delle opere più suggestive e meglio riuscite di Lucio Fulci. E' anche grazie a Quentin Tarantino se il film è stato oggetto di una attenta rivisitazione critica. Grande estimatore del regista italiano, Tarantino innesta nel suo Kill Bill Vol.1 una versione rivisitata delle sette note in nero della efficacissima colonna sonora (Moviegrooves.com) affidata a tre grandi nomi della sonorizzazione cinematografica nostrana: il trio Bixio Frizzi Tempera. Direi che proprio l'intera colonna sonora (e non solo il motivo citato dal cineasta americano) ha una funzione determinante nel trasferire allo spettatore un'atmosfera autenticamente inquietante. Il film rientra nel filone secondo me più interessante dell'opera fulciana, quello del giallo e si inserisce in una triade ideale composta dai due grandi predecessori Una lucertola con la pelle di donna e Non si sevizia un paperino. Ogni thriller fulciano è intriso di elementi fortemente psichedelici che sembrano assumere, grazie al fondamentale supporto sonoro, una valenza preponderante sull'aspetto narrativo. In Sette note in nero, tuttavia, l'impatto visivo/sonoro e la cura del racconto trovano forse il loro ideale punto di incontro. A prescindere dal tessuto narrativo e dall'uso singolare del flashback, il film possiede tutte le tipiche caratteristiche che hanno contraddistinto in positivo il cinema di genere thriller nostrano degli anni settanta. Il film contiene tra le altre una sequenza raggelante; la bella e affascinante protagonista, Jennifer O' Neil, guarda attraverso una finestra l'immagine notturna di una vecchia con una parrucca viola che la osserva dal basso: l'effetto è terrificante.
Segnaliamo infine il lavoro allegato alla benemerita rivista Nocturno Cinema, che ha dedicato al regista un esaustivo e competente dossier dal titolo L'opera al nero. Il cinema di Lucio Fulci.

giovedì 24 gennaio 2008

Ecco fatto


Regia: Gabriele Muccino
Sceneggiatura: Andrea Garello, Nicola Alvau, Gabriele Muccino
Fotografia: Arnaldo Catinari
Interpreti: Giorgio Pasotti, Barbora Bobulova, Claudio Santamaria, Ginevra Colonna, Enrico Silvestrin, Stefano Abbati, Mauro Marino
Nazionalità: Italia, 1998
Durata: 1h. 28'


La vera sorpresa del 2007 è un film del lontano 1998. Se uno dei punti dolenti dello stile mucciniano è l'esasperata frenesia del ritmo, è pur vero che pochi film riescono come questo a raccontare in modo convincente le conseguenze pù nefaste della gelosia.
Un film magnetico, denso di idee, dal lato umano parecchio al di sopra dei successivi.
Numerose le sequenze che restano impresse nella memoria: le visioni paranoiche sotto effetto di trip, le incursioni notturne nell'edificio scolastico, le disquisizioni in lavanderia sul tema della gelosia. Stavolta Pasotti convince e con lui il resto del cast, da Santamaria alla Bobulova.
Un curioso parallelismo sta nell'uso della colonna sonora: se L'ultimo bacio innestava frammenti nostalgici dei Blonde Redhead nella scena finale dell'inseguimento, qui la tecnica di far conseguire rapidamente le situazioni sotto un tappeto sonoro unitario è affidata all'immortale Where the wild roses di Nick Cave.
Da recuperare

mercoledì 16 gennaio 2008

Bianco Rosso e Verdone: Dance On

Una delle cose che mi hanno mandato più in tilt in assoluto è questo superbo sottofondo musicale intitolato Dance On presente nella scena culto dell'autogrill nel capolavoro verdoniano Bianco rosso e verdone.
E' solo grazie ai potenti mezzi messi a disposizione dalla rete che oggi possiamo sapere che uno dei più grandi brani funky mai composti nella storia della musica è stato solo casualmente inserito nel popolare film comico e quindi ha acquisito una qualche visibilità.
Una cosa che mi ha sempre affascinato e spinto ad una appassionata ricerca è pensare che possano esistere cose tanto riuscite artisticamente e nessuno nè parli.
Bene qui siamo al cospetto di un vero e autentico capolavoro compositivo.
Il brano, le cui liriche sono state composte da Micheal Fraser è stato originariamente composto per la colonna sonora ad opera di Ennio Morricone del film Cosi' come sei (1978) con Marcello Mastroianni.


Successivamente è stato inserito in Un sacco bello nella scena del bullo Enzo all'ospedale e soprattutto in Bianco rosso e verdone nella sequenza dell'autogrill.

martedì 8 gennaio 2008

Sharunas Bartas: il cinema impossibile


Avevo preparato un bel post da pubblicare ieri, l'avevo scritto con molta cura su un foglio volante, poi stamattima mi sono accorto di averlo lasciato a casa. Vabbè, cercherò di riassumerne il contenuto: qualche giorno fà ho rivisto The Corridor di Sharunas Bartas. E' in assoluto uno dei registi che mi ha maggiormente suggestionato per la capacità di mostrare quello che di norma viene escluso censurato da ogni film convenzionale. Lunghissimi piani sequenza ritraggono corpi tanto umani quanto estremi nella loro quotidianeità, in un'assenza totale di dialoghi e in una presenza di rumori di sguardi di nature in movimento rigorosamente in bianco e nero. Un cinema che sembra interrogarsi sul senso del fare cinema. Alcune sequenze sono per me memorabili: come quella del bambino (una sorta di Kurt Kobain sovietico) che viene continuamente spinto in una pozzanghera o della splendida danza finale sulle note di una misconosciuta canzone latino-americana probabilmente intitolata Puertorico (Fatemi sapere qualcosa al riguardo!).
Alcuni giorni dopo in casa-frixo viene proiettato l'altro grande capolavoro di Bartas: Few of Us da noi tradotto Lontano da dio e dagli uomini.
Soltanto 15 minuti di proiezione dopo i quali èlia sbotta esausta: "Ma tutto così è 'sto film?".
Dico a me stesso morettianamente: "contemporaneo nel terzo mondo!"