mercoledì 28 novembre 2007

Saturno Contro


(Italia, 2007) di Ferzan Ozpetek; con PierFrancesco Favino, Stefano Accorsi, Luca Argentero, Margherita Buy, Ambra Angiolini, Serra Yilmaz, Milena Vukotic, Isabella Ferrari, Ennio Fantastichini.

Ozpetek può reputarsi uno dei più eleganti e competenti registi oggi in circolazione nel desolato cinema italiano. Uno che sa esattamente come si tiene in mano una macchina da presa. Purtroppo per lui per fare del buon cinema ci vogliono bravi attori. Ora, guardando l'ultimo Ozpetek, il parallelo con Muccino viene quasi automatico. E' ora di dire basta! Mi sono rotto di rivedere l'ennesimo Ultimo Bacio. Dovremmo indignarci verso questo modo di produrre cinema. Vi chiedo: vi sentite rappresentati da attori come Favino, Accorsi e Fantastichini, dal loro mondo patinato fatto di abiti firmati e case perfettamente arredate? Da Ambra che spippa la coca e dice di avere saturno contro?
IO NO!

lunedì 19 novembre 2007

Il nascondiglio

Il nascondiglio
di Pupi Avati
con Laura Morante, Burt Young, Treat Williams, Yvonne Sciò
Usa, Italia, 2007
100'


Dispiace dover parlar male di questo film, ma quando ti siedi in poltrona dopo aver fatto mezz'ora di fila per il biglietto e cominci ad accusare sintomi univoci come mal di schiena, palpebra appesantita, posizioni scomode, nausea asmatica...beh, a quel punto non esistono argomenti che tengano. Dopo mezz'ora di coma vigile, mi sono destato cercando di capire perchè un film simile non funzionasse. Prendendo lentamente coscienza di me, ho cominciato a razionalizzare.
Non c'è attore che riesca ad esprimere qualcosa di sensato e funzionale alla storia, sembrano tutti messi lì tanto per, in altre circostanze diremmo fuori ruolo ma a tratti i ruoli sembrano mancare dallo stesso plot: fastidiosissimo udire la Morante che bisbiglia per tre quarti del film.
La sceneggiatura è insulsa, un utilizzo massiccio e scriteriato dei più triti luoghi comuni del cinema horror sulle case maledette, persino ahimè nelle sonorizzazioni affidate ad un Riz Ortolani qui non proprio al top della forma.
Non c'è nulla in questo film, proprio nulla e mi dispiace per Avati, ma quand'è così soltanto due sono le ipotesi: o abbiamo un grande regista italiano ormai stanco ed invecchiato oppure trattasi di mera operazione commerciale precostituita sulla necessità di cavalcare l'onda della rivitalizzazione del cinema di genere.
Meglio ritornare di corsa a casa, o meglio, alla casa dalle finestre che ridono.

venerdì 16 novembre 2007

The Black Cat/Il Gatto Nero


horror, col, 92 min.
Regia: Lucio Fulci
Sceneggiatura: Lucio Fulci, Edgar Allan Poe, Biagio Proietti
Attori: Patrick Magee, Mimsy Farmer, David Warbeck
Fotografia: Sergio Salvati
Produzione: Italia, 1981
Musica: Pino Donaggio

Se escludiamo il finale, calligraficamente "sceneggiato" dallo spirito di Edgar Allan Poe e proprio per questa ragione...calante, con Black Cat assistiamo ad uno dei vertici della produzione fulciana soprattutto per l'originale rilettura visiva di un capolavoro della letteratura gotica di ogni tempo.
Guardare un film simile è come sfogliare (purtroppo solo catodicamente) uno dei migliori albi bonelliani del primo Dylan Dog. Ogni fotogramma è una tavola. Esistono giochi di sguardi sensazionali la cui forza dipende con tutta probabilità dal perfetto sodalizio tra capacità espressive degli attori e sapiente taglio del regista.




Ideale anello di congiunzione tra il periodo thriller e la fase splatter (vedi la partecipazione di significative icone del secondo periodo, la Lassander, Al Cliver e Warbeck), Black Cat ci da la possibilità di scoprire ancora una volta il talento unico di un misconosciuto mimo del passato come Patrick Magee (per chi non lo sapesse...l'intellettuale ridotto sulla sedia a rotelle da Alex nel capolavoro kubrickiano Arancia Meccanica).


Fulci è abilissimo nel catturare espressioni facciali e sguardi inquieti bizarri allucinati del nostro perfettamente attinenti al linguaggio gotico.
Altra grande perla del thriller italiano è Mismy Farmer, attrice che dimostra ancora una volta grande professionalità e credibilità scenica.
Black Cat, infine, coniuga alla perfezione la compattezza narrativa del primo Fulci e le migliori suggestioni del secondo.