un film di Vincent Gallo
con Ben Gazzara, Christina Ricci, Vincent Gallo, Anjelica Huston
anche all'ombra del letto
il primo sole dell'estate
continua a bruciare
sulla fronte
sulle spalle
sul collo dei piedi coperti di crema
in pineta
a pineto
le formiche c'hanno preso d'assalto
costringendoci al lavagro purificatore dell'adriatico
stasera e ancora stamattina
le dita sanno d'aglio spiaccicato al pane
ad ogni nuova parola ignota
pronunciata dal più comune degli individui
il senso del mio ignorare aumenta progressivamente
e a volte mi sento una mmerda
si parla troppo di tumori ultimamente:
mi raccontano vicende che rafforzano in me
progressive percezioni di inutilità dell'esistenza
e la routine lavorativa è sempre + schiacciante
buffalo 66 è il film giusto per l'occasione
e crea il giusto coinvolgimento
la dovuta empatia tra noi e la vicenda narrata
tra i tanti fattori che pongono questa pellicola decisamente in linea con quello che io reputo cinema di qualità
ce n'è uno che contraddistingue in positivo
buffalo 66:
dopo tanta inutile routinaria violenza
è bello assistere ad una storia che relega soltanto ad una sequenza terminale
(una sorta di grado zero del pulp)
un frammento onirico ipotetico di violenza
all'interno di una sequenza
sbalorditiva per capacità visionaria
magistralmente coadiuvata da un'appropriata sonorizzazione
martedì 22 luglio 2008
venerdì 18 luglio 2008
Rumble Fish aka Rusty il selvaggio (1983)
Regia, Francis Ford Coppola.
Cast: Matt Dillon, Mickey Rourke, Diane Lane.
il pesce color biancorossosporco nella vaschetta trasparente sembrava morto
apro il rubinetto
prendo la vaschetta e la metto sotto l'acqua
il pesce riprende conoscenza
e comincia a spostarsi agilmente nell'acqua
...su e giù....su e siù.....
il pesce muta forma:
adesso è trasparente
e in trasparenza una delle cavità oculari appare tragicamente vuota
sul fondo della vaschetta giacciono un filamento organico ed un occhio
un'immagine orrenda degna dei più suggestivi racconti di poe
un torbido senso di colpa mi assale:
forse il gettito d'acqua è stato troppo energico, penso
il pesce continua a nuotare dirigendosi verso il filamento e
(come il filo che entra nella cruna dell'ago)
riesce con un movimento calibrato a infilare il filamento nella cavità
con un ulteriore pressione del corpo verso il fondo della vaschetta introduce pure l'occhio nella cavità
adesso il pesce ha una forma sottile e lunare
la parete trasparente della vaschetta
riflette come una lente le dimensioni abnormi dell'occhio
che tenta di rimettere in sesto la propria regolare funzionalità
con movimenti sconnessi di un'improbabile palpebra umana
da bambino feci morire un pesce in una sfera di vetro per troppa bontà:
riempii l'acqua di molliche di pane che si depositarono in superficie
sarà questo il nesso eziologico col sogno dell'ultima fresca notte di mezz'estate
o piuttosto una strana sensazione
conseguente all'ennesima visione del film di Coppola stavolta in lingua originale?
l'eleganza delle immagini provoca una forma di godimento
mista ad uno stato di asciutta e inspiegabile perplessità
lo spirito di Rusty James che libra nell'aria
la carrellata di negri cocainomani prostitute giocatori di biliardo
immersi in una catartica danza funky
e l'espressione verissima assorta di Motorcycle Man seduto nella bolgia
la voce incredibilmente delicata di Mickey Rourke e quella incredibilmente rude di Matt Dillon
il bianco e nero stilisticamente funziona alla grande
ma onestamente mi sfugge qualcosa:
dare allo spettatore la prospettiva di Motorcycle Man (il b/n appunto) ha un senso preciso nell'economia narrativa oppure è frutto della mera volontà di omaggiare Welles e l'espressionismo tedesco?
Cast: Matt Dillon, Mickey Rourke, Diane Lane.
il pesce color biancorossosporco nella vaschetta trasparente sembrava morto
apro il rubinetto
prendo la vaschetta e la metto sotto l'acqua
il pesce riprende conoscenza
e comincia a spostarsi agilmente nell'acqua
...su e giù....su e siù.....
il pesce muta forma:
adesso è trasparente
e in trasparenza una delle cavità oculari appare tragicamente vuota
sul fondo della vaschetta giacciono un filamento organico ed un occhio
un'immagine orrenda degna dei più suggestivi racconti di poe
un torbido senso di colpa mi assale:
forse il gettito d'acqua è stato troppo energico, penso
il pesce continua a nuotare dirigendosi verso il filamento e
(come il filo che entra nella cruna dell'ago)
riesce con un movimento calibrato a infilare il filamento nella cavità
con un ulteriore pressione del corpo verso il fondo della vaschetta introduce pure l'occhio nella cavità
adesso il pesce ha una forma sottile e lunare
la parete trasparente della vaschetta
riflette come una lente le dimensioni abnormi dell'occhio
che tenta di rimettere in sesto la propria regolare funzionalità
con movimenti sconnessi di un'improbabile palpebra umana
da bambino feci morire un pesce in una sfera di vetro per troppa bontà:
riempii l'acqua di molliche di pane che si depositarono in superficie
sarà questo il nesso eziologico col sogno dell'ultima fresca notte di mezz'estate
o piuttosto una strana sensazione
conseguente all'ennesima visione del film di Coppola stavolta in lingua originale?
l'eleganza delle immagini provoca una forma di godimento
mista ad uno stato di asciutta e inspiegabile perplessità
lo spirito di Rusty James che libra nell'aria
la carrellata di negri cocainomani prostitute giocatori di biliardo
immersi in una catartica danza funky
e l'espressione verissima assorta di Motorcycle Man seduto nella bolgia
la voce incredibilmente delicata di Mickey Rourke e quella incredibilmente rude di Matt Dillon
il bianco e nero stilisticamente funziona alla grande
ma onestamente mi sfugge qualcosa:
dare allo spettatore la prospettiva di Motorcycle Man (il b/n appunto) ha un senso preciso nell'economia narrativa oppure è frutto della mera volontà di omaggiare Welles e l'espressionismo tedesco?
giovedì 17 luglio 2008
La fabbrica di cioccolato (2005)
un film di Tim Burton
con Johnny Depp, Freddie Highmore, Helena Bonham Carter, David Kelly
con questo film abbiamo un ulteriore conferma
della grandezza espressiva di questo poderoso cineasta contemporaneo
quando l'effetto speciale e la grande produzione
vengono funzionalizzati piegati
all'espressione più genuina ed autentica
di una fantasia priva di ammiccamenti ma densa di feroce e ironica critica sociale
abbiamo un ancestrale esempio di cinema popolare
Da edward a mars attack fino ad arrivare alla fabbrica di cioccolato,
Burton sottolinea con puntuale rigore estetico il valore sociale della diversità e il disagio del vivere questa diversità in un mondo omologato e inquinato
con Johnny Depp, Freddie Highmore, Helena Bonham Carter, David Kelly
con questo film abbiamo un ulteriore conferma
della grandezza espressiva di questo poderoso cineasta contemporaneo
quando l'effetto speciale e la grande produzione
vengono funzionalizzati piegati
all'espressione più genuina ed autentica
di una fantasia priva di ammiccamenti ma densa di feroce e ironica critica sociale
abbiamo un ancestrale esempio di cinema popolare
Da edward a mars attack fino ad arrivare alla fabbrica di cioccolato,
Burton sottolinea con puntuale rigore estetico il valore sociale della diversità e il disagio del vivere questa diversità in un mondo omologato e inquinato
martedì 15 luglio 2008
Accattone (1961)
un film di Pier Paolo Pasolini
con Franco Citti, Franca Pasut, Adriana Asti, Silvana Corsini
le nuove generazioni
che vanno avanti a pane e playstation
sempre + annoiate insoddisfatte globalizzate
dovrebbero per legge essere coartate
alla visione di questo film
seppur con imprecisioni nel montaggio
che spesso accentua evidenti limiti
indotti dall'utilizzazione (voluta, teorizzata) di attori non-professionisti
poche pellicole come questa
riescono a proiettarci nel durissimo dopoguerra dei nostri padri
mostrando come il cinema
per intrattenere
non necessariamente deve costituire
un superamento della realtà
rubare per mangiare
prostituirsi per sopravvivere
rompersi la schiena per poche lire
fomentare una rissa per spartirsi un piatto di pasta in due anzichè in cinque
quella di Accattone
è una figura ambigua misera
e allo stesso tempo superba nel suo spessore umano
altrettanto intensa nella sua purezza
la visione di Stella
una splendida Franca Pasut
per il cui amore Accattone tenterà invano di redimersi:
raramente un corpo cinematografico
è riuscito ad esprimere tanta naturalezza
con Franco Citti, Franca Pasut, Adriana Asti, Silvana Corsini
le nuove generazioni
che vanno avanti a pane e playstation
sempre + annoiate insoddisfatte globalizzate
dovrebbero per legge essere coartate
alla visione di questo film
seppur con imprecisioni nel montaggio
che spesso accentua evidenti limiti
indotti dall'utilizzazione (voluta, teorizzata) di attori non-professionisti
poche pellicole come questa
riescono a proiettarci nel durissimo dopoguerra dei nostri padri
mostrando come il cinema
per intrattenere
non necessariamente deve costituire
un superamento della realtà
rubare per mangiare
prostituirsi per sopravvivere
rompersi la schiena per poche lire
fomentare una rissa per spartirsi un piatto di pasta in due anzichè in cinque
quella di Accattone
è una figura ambigua misera
e allo stesso tempo superba nel suo spessore umano
altrettanto intensa nella sua purezza
la visione di Stella
una splendida Franca Pasut
per il cui amore Accattone tenterà invano di redimersi:
raramente un corpo cinematografico
è riuscito ad esprimere tanta naturalezza
lunedì 14 luglio 2008
Funny Games (1997)
un film di Michael Haneke
con Susanne Lothar, Arno Frisch, Frank Giering, Ulrich Mühe
il film attraverso un'interazione tra noi spettatori e il killer
tenta di stravolgere la tradizionale prospettiva dello slasher movie
il killer si rivolge allo spettatore
gli pone delle domande
lo spettatore deve sentirsi complice e vittima della violenza inferta ai protagonisti
se il film fosse drenato da queste pretese
pedagogiche probabilmente vi parlerei
di un buon film di genere
dal sapore vagamente retro'
con un discreto grado di tensione
un elevato e sconcertante grado di violenza indotta
(non vi dico quali inenarrabili sofferenze vi verrebbe voglia di infliggere ai 2 balordi)
una colonna sonora particolarmente efficace (John Zorn)
e una azzeccata scelta del cast
e invece mi trovo a parlare di un film
che mi lascia addosso una curiosa
inspiegabile incertezza
qualcosa di irrisolto di incoerente
non so dirvi esattamente cosa
con Susanne Lothar, Arno Frisch, Frank Giering, Ulrich Mühe
il film attraverso un'interazione tra noi spettatori e il killer
tenta di stravolgere la tradizionale prospettiva dello slasher movie
il killer si rivolge allo spettatore
gli pone delle domande
lo spettatore deve sentirsi complice e vittima della violenza inferta ai protagonisti
se il film fosse drenato da queste pretese
pedagogiche probabilmente vi parlerei
di un buon film di genere
dal sapore vagamente retro'
con un discreto grado di tensione
un elevato e sconcertante grado di violenza indotta
(non vi dico quali inenarrabili sofferenze vi verrebbe voglia di infliggere ai 2 balordi)
una colonna sonora particolarmente efficace (John Zorn)
e una azzeccata scelta del cast
e invece mi trovo a parlare di un film
che mi lascia addosso una curiosa
inspiegabile incertezza
qualcosa di irrisolto di incoerente
non so dirvi esattamente cosa
mercoledì 9 luglio 2008
Spun (2002)
un film di Jonas Akerlund
con Jason Schwartzman, Mickey Rourke, Brittany Murphy, John Leguizamo
15 minuti
solo 15 minuti bastano per capire
inutili primi piani di corpi in movimento
siamo soltanto in 2:
immediatamente ci chiediamo
quale funzionalità assumano
in una storia di tossici metanfetaminici
3 o 4 angolazioni per farci vedere una serratura che gira?
la volgarità e la stupidità reazionaria
di mtv fanno capolino
in questo vuoto pieno di piatta idiozia
(finalmente la parola volgare ha un senso)
inutilmente disgustoso
preoccupante
il senso del fare cinema si sgretola
come il ghiacciaio Perito Moreno nella patagonia argentina
e c'è ancora chi si domanda
chi abbia ucciso Federica a Lloret De Mar...
con Jason Schwartzman, Mickey Rourke, Brittany Murphy, John Leguizamo
15 minuti
solo 15 minuti bastano per capire
inutili primi piani di corpi in movimento
siamo soltanto in 2:
immediatamente ci chiediamo
quale funzionalità assumano
in una storia di tossici metanfetaminici
3 o 4 angolazioni per farci vedere una serratura che gira?
la volgarità e la stupidità reazionaria
di mtv fanno capolino
in questo vuoto pieno di piatta idiozia
(finalmente la parola volgare ha un senso)
inutilmente disgustoso
preoccupante
il senso del fare cinema si sgretola
come il ghiacciaio Perito Moreno nella patagonia argentina
e c'è ancora chi si domanda
chi abbia ucciso Federica a Lloret De Mar...
lunedì 7 luglio 2008
The Zodiac (2005)
Regia: Alexander Bulkley.
Cast: Justin Chambers, Robin Tunney, Rory Culkin.
da quando ho acquistato un panasonic 37 pollici al plasma
il mio salotto è diventato una sala cinematografica (i puristi mi malediranno..)
questi giorni il caldo è opprimente
il senso di spossatezza avanza
si propaga in ogni parte del corpo
pierpaolo mi consiglia di integrare l'alimentazione col magnesio
dormo 7 ore a notte
poca attività fisica:
dovrei fare come travis in taxi driver
mettere il braccio sulla fiamma del gas
tendere tutti i muscoli del corpo
perchè il sottomento avanza
e l'addome pure
40 ore di lavoro a settimana sotto un gettito costante di aria condizionata e un'escursione termica di almeno 10 gradi
meno male che ci sono le montagne:
così troviamo rifugio nella fresca ombra del bosco
in mezzo alle mucche ummagamma
e agli insetti molesti:
un altro cinema è qui che ci aspetta...nei colori del bosco
nelle orecchie
dr strangeluv dei blonde redhead
burn dont freeze delle sleather kinney
la sera di ritorno a casa
cena con bruschetta aglio olio e pomodoro ciliegino cotta al tostapane
al videonoleggio manca rosemary baby
ripiego su un titolo letto non ricordo dove:
ZODIAC
il doppiaggio è odioso
sa di film per la tv
neppure in lingua originale con sottotitoli il film funziona
tutto scorre con grande insofferenza
sfiancandomi al punto da non avere nemmeno la forza di riconsegnare la copia al videonoleggio
Cast: Justin Chambers, Robin Tunney, Rory Culkin.
da quando ho acquistato un panasonic 37 pollici al plasma
il mio salotto è diventato una sala cinematografica (i puristi mi malediranno..)
questi giorni il caldo è opprimente
il senso di spossatezza avanza
si propaga in ogni parte del corpo
pierpaolo mi consiglia di integrare l'alimentazione col magnesio
dormo 7 ore a notte
poca attività fisica:
dovrei fare come travis in taxi driver
mettere il braccio sulla fiamma del gas
tendere tutti i muscoli del corpo
perchè il sottomento avanza
e l'addome pure
40 ore di lavoro a settimana sotto un gettito costante di aria condizionata e un'escursione termica di almeno 10 gradi
meno male che ci sono le montagne:
così troviamo rifugio nella fresca ombra del bosco
in mezzo alle mucche ummagamma
e agli insetti molesti:
un altro cinema è qui che ci aspetta...nei colori del bosco
nelle orecchie
dr strangeluv dei blonde redhead
burn dont freeze delle sleather kinney
la sera di ritorno a casa
cena con bruschetta aglio olio e pomodoro ciliegino cotta al tostapane
al videonoleggio manca rosemary baby
ripiego su un titolo letto non ricordo dove:
ZODIAC
il doppiaggio è odioso
sa di film per la tv
neppure in lingua originale con sottotitoli il film funziona
tutto scorre con grande insofferenza
sfiancandomi al punto da non avere nemmeno la forza di riconsegnare la copia al videonoleggio
mercoledì 2 luglio 2008
Hitch-Hike (Autostop rosso sangue) (1977)
un film di Pasquale Festa Campanile, con Franco Nero, Corinne Clery, David Hess, John Loffredo, Carlo Puri.
road-movie durissimo
vero pulp ante-litteram
autentica perla in celluloide da riscoprire
un film talmente spietato da non lasciare speranze:
qui non vedrete vittime innocenti ma solo colpevoli
alcool sesso violenza sete di denaro
da apparente pretesto di intrattenimento diventano i motori dell'azione umana
in una visione cinica inquietante dell'esistenza
un film ciclico: la vittima diventa il carnefice e il finale sembra essere un nuovo inizio
micidiale sonorizzazione affidata ad uno psicotico Morricone
ambientato in California ma interamente girato in Abruzzo nei nostri "canyons"
con attori in splendida forma
ecco cosa ci si aspettava da Tarantino nel suo GrindHouse!
road-movie durissimo
vero pulp ante-litteram
autentica perla in celluloide da riscoprire
un film talmente spietato da non lasciare speranze:
qui non vedrete vittime innocenti ma solo colpevoli
alcool sesso violenza sete di denaro
da apparente pretesto di intrattenimento diventano i motori dell'azione umana
in una visione cinica inquietante dell'esistenza
un film ciclico: la vittima diventa il carnefice e il finale sembra essere un nuovo inizio
micidiale sonorizzazione affidata ad uno psicotico Morricone
ambientato in California ma interamente girato in Abruzzo nei nostri "canyons"
con attori in splendida forma
ecco cosa ci si aspettava da Tarantino nel suo GrindHouse!
martedì 1 luglio 2008
Tutti i colori del buio (1972)
un film di Sergio Martino con George Hilton, Edwige Fenech, Marina Malfatti, Ivan Rassimov.
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